Orwell. La solitudine di uno scrittore

Il grande intellettuale che ha trasformato la scrittura politica in arte. 

Dalla guerra civile spagnola alla battaglia libertaria nel dopoguerra, George Orwell è stato uno dei più lucidi interpreti delle tragedie del Novecento. Questo avvincente racconto biografico ripercorre i momenti più salienti della vita del grande scrittore e ricostruisce il contesto politico e intellettuale in cui nacquero La fattoria degli animali e 1984. Al centro dei due capolavori, la riflessione sul totalitarismo e sul suo devastante potere di manipolare la verità dei fatti. 

«Sognò che la guerra era scoppiata, la sognò come in un romanzo di Wells, macchine volanti dal cielo che lanciano bombe su una metropoli oscura e brulicante. Gli rimase del sogno, al risveglio, la paura delle bombe e una furia impotente. La mattina lesse sui giornali del patto Molotov-Ribbentrop e pensò che quando la guerra fosse davvero scoppiata (non era più questione di se, ormai, ma di quando) non solo non l’avrebbe sabotata ma avrebbe combattuto in essa. Circa un anno prima aveva solennemente dichiarato con altri: ‘Se scoppia la guerra, resisteremo’. Ancora nel luglio del 1939, dalle colonne dell’Adelphi, aveva irriso i sostenitori del Fronte popolare anti-nazista (‘quaccheri che sfilano chiedendo un esercito più grande, comunisti che sventolano l’Union Jack, Churchill in posa di democratico’). Tutto questo ora non contava più. Lui, quella guerra, l’avrebbe fatta».

Dall’incipit del libro.