Io e l’antico

Dalle pagine di questo libro emerge il ritratto di uno dei più grandi studiosi contemporanei del mondo classico.

Conversando con Arnaldo Marcone, che è stato suo allievo alla Scuola Normale Superiore di Pisa, Antonio La Penna ripercorre le tappe fondamentali della sua biografia, attingendo ai molti ricordi personali. Dal racconto viene fuori il singolare percorso intellettuale di un ragazzo del Sud il quale, dopo gli studi liceali ad Avellino, giunge sedicenne a Pisa alla Scuola Normale, dove si compie la sua formazione di filologo classico e di studioso di letteratura latina. L’allievo e il maestro proseguono il dialogo cominciato quarant’anni fa, toccando temi a loro cari: la letteratura latina e greca, la storia antica, la storia della cultura e le letterature moderne. Sullo sfondo resta, viva e aperta, la questione del posto che l’antico può ancora avere nel mondo di oggi.

«In famiglia mi fu inculcato il senso del dovere, un dovere che significava un lavoro senza limiti per sostenere la famiglia. Mio padre, oltre al senso del dovere, mi trasmise l’amore per la letteratura. Benché non avesse neppure finito la scuola elementare, leggeva con passione i classici delle letterature europee: i suoi autori preferiti erano Hugo e Tolstoj. Gli piaceva anche Carducci. Leggeva soprattutto d’inverno, quando il lavoro nei campi era ridotto. Si infervorava e talvolta declamava qualche pagina a gran voce».

Antonio La Penna